Andando al mare, ti sarà forse capitato di notare sulla spiaggia degli accumuli di foglie secche di color marrone, talvolta maleodoranti. Ebbene, non si tratta di un’alga, come molti pensano, ma di una vera e propria pianta, la Posidonia oceanica, che svolge un ruolo chiave per la salute del mare e del Pianeta.
Scopriamo com’è fatta e a cosa serve questa preziosa risorsa, e come proteggerla da ciò che la minaccia di più: le attività umane.
Che cos’è la Posidonia oceanica
Spesso confusa con un’alga, la Posidonia oceanica è una “pianta superiore”, ovvero dotata di radici, foglie, fusto (o rizoma), fiori e frutti, chiamati olive di mare. Si tratta di una specie endemica (ovvero tipica ed esclusiva) del Mediterraneo e si trova lungo tutte le coste italiane, dalla Liguria alla Sicilia alla costa Adriatica. Ma quello che vediamo in spiaggia è solo l’ultimo stadio del suo ciclo di vita: la Posidonia oceanica cresce infatti sott’acqua, occupando il fondale sabbioso fino a 40 metri di profondità in acque limpide: se, guardando l’orizzonte, scorgi delle macchie scure, è probabile che si tratti di praterie di Posidonia.
Sì, perché questa pianta crea delle vere e proprie foreste, che si estendono per diversi metri. I rizomi si sviluppano sia in orizzontale, ancorando la pianta al fondale, sia in verticale per compensare il progressivo insabbiamento: la particolare struttura che deriva da questa complessa architettura si chiama matte, in francese. Dai rizomi superiori spuntano fasci di foglie che possono raggiungere fino a 1 metro di lunghezza e si rinnovano periodicamente.
Seccandosi, si staccano dalla pianta e arrivano sulle nostre spiagge dove formano depositi anche molto grandi detti banquette. Anche quelle palline pelose che si trovano ogni tanto sulla sabbia sono residui organici di Posidonia.
Ma cos’ha di tanto speciale questa pianta marina e perché va protetta?


Perché le praterie di Posidonia sono importanti per l’ecosistema marino e non solo?
La Posidonia oceanica è tutelata dalla Direttiva Habitat 92/43 CEE, che la considera un habitat prioritario (numero 1120). Questo perché le sue funzioni sono molteplici e tutte fondamentali:
- È un vero e proprio “polmone del mare” e contribuisce a contrastare i cambiamenti climatici: come succede per le foreste emerse, i posidonieti producono infatti fino a 20 litri di ossigeno al giorno per metro quadro e catturano grandi quantità di anidride carbonica, persino più della Foresta Amazzonica, in proporzione. Per questo sono chiamate anche “serbatoi di carbonio blu”;
- Difendono le coste dall’erosione del mare: le fronde marine e le matte attutiscono infatti la forza del moto ondoso, mentre le banquette agiscono come barriere sulla spiaggia e sugli scogli, riducendone il consumo causato dalle onde;
- Fungono da riparo e sono fonte di cibo per tantissime altre specie vegetali e animali, spesso associate unicamente a questa pianta: si stima che la “giungla” di Posidonia marina riesca a ospitare circa il 20-25% di tutte le specie presenti nel mar Mediterraneo, comprese spugne, pesci, molluschi, crostacei e altri organismi. Un ecosistema ricco e complesso che dipende dalla sua sopravvivenza.
Come le api per la terraferma, anche la Posidonia funge da sentinella dello stato di salute del suo habitat: la sua crescita dipende dalla fotosintesi e, quindi, dalla limpidezza e qualità dell’acqua. Quando questa viene meno, anche la Posidonia ne risente.
Cosa minaccia la Posidonia marina oggi
Nonostante sia protetta, la Posidonia oceanica è messa in serio pericolo da diversi fattori antropici, ovvero riconducibili alle attività umane. Si calcola infatti che negli ultimi anni abbia raggiunto un tasso di scomparsa del 5% annuo, 4 volte di più delle foreste tropicali. Una rarefazione causata dal crescente inquinamento delle acque, che ne aumentano la torbidità influendo negativamente sulla capacità riproduttiva della pianta. Ma anche dalle opere costiere, come la costruzione di porti, la posa di cavi e condotte sottomarine, l’edificazione di difese rigide, che interferiscono con i sedimenti sabbiosi e dunque con la crescita naturale dei posidonieti.
Infine, pratiche come la pesca a strascico e l’ancoraggio deturpano il fondale e creano danni molto difficili da riparare.
Unicoop Tirreno in difesa della biodiversità marina
Per noi di Unicoop Tirreno l’ambiente è sempre al primo posto e siamo impegnati da tempo nella difesa della biodiversità, compresa quella marini. Dopo aver aderito al progetto Green Weeks di Coop Italia, nel 2024 abbiamo preso parte anche a Sea Explorers, realizzato dalla Cooperativa in collaborazione con l’EIIS (European Institute of Innovation for Sustainability). Un’iniziativa rivolta in particolare agli under 35, con l’obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni e sensibilizzarle nella cura e nel rispetto dell’ambiente. Sono stati 100 i giovani, su oltre 400 candidati, che hanno potuto partecipare al percorso di scoperta degli ecosistemi marini con una prima esperienza in mare tra snorkeling, osservazione di alcune praterie marine e laboratori didattici. A questa si è aggiunta una seconda tappa, per soli 10 selezionati, a bordo di una barca a vela.
Non solo, parallelamente all’informazione dei più giovani, il progetto prevede anche la riforestazione della Posidonia. Un’attività biennale, svolta con il supporto dell’Università di Genova e dell’International School for Scientific Diving, che consiste sia nella vera e propria ripiantumazione che nella salvaguardia delle praterie danneggiate, per restituire al mare il suo naturale - ed essenziale - “respiro”.
Come possiamo contribuire alla protezione della Posidonia
La tutela della Posidonia può sembrare un problema lontano dalla nostra vita quotidiana eppure, come abbiamo visto, la sua sopravvivenza è indispensabile per il benessere del mare e del Pianeta in generale. Dunque, come possiamo contribuire alla sua salvaguardia? Il primo passo è la conoscenza del problema e la diffusione di una cultura fondata sul rispetto delle risorse e delle creature naturali: ecco perché è importante aderire e partecipare a progetti di informazione come quelli promossi da Coop Italia e Unicoop Tirreno. In secondo luogo, è necessario prestare attenzione ai propri comportamenti: immersioni, snorkeling, gite in barca sono attività che possono compromettere la salute delle praterie ed è quindi necessario farle con criterio evitando di nuocere alle foreste marine o ai loro abitanti. Tenere il mare pulito da rifiuti e sostanze inquinanti è altrettanto cruciale, non solo per questa ma per tutte le specie vegetali e animali che ci vivono. Anche rimuovere o distruggere le banquette può comportare danni alle coste e all’ecosistema, poiché sono una fonte di nutrimento e fertilizzante naturale.
Agire responsabilmente significa infine fare scelte consapevoli, anche quando si va a tavola. Come?
Ad esempio, acquistando prodotti ittici che provengono da metodi di allevamento e pesca sostenibili, dotati di etichette alimentari con certificazioni attendibili come Bio, ASC (acquacoltura responsabile) o MSC (pesca sostenibile), e preferendo specie locali o alternative. In questo modo, contribuirai a ridurre l’impatto sulle risorse marine, incentivando pratiche green per il mare e per le persone. Anche piccoli gesti come questi possono fare la differenza!