Dalla “lagana” degli antichi Romani alla “pasta secca" introdotta dagli arabi: le origini di uno dei più grandi simboli dell’italianità nel mondo
“La vita è una combinazione di pasta e magia”. L’aforisma di Federico Fellini consacra il ruolo intramontabile di uno degli alimenti più amati del mondo. Un trionfo di farina, uova e manualità che, da sempre, colora le nostre tavole rendendo ogni pasto deliziosamente unico e indimenticabile.
Dalla “lagana” degli antichi romani alla “pasta secca” introdotta dagli arabi, ripercorriamo le origini di uno dei più grandi simboli dell’italianità.
Le origini antiche della pasta
Le origini della pasta coincidono con l’inizio dell’agricoltura e della coltivazione del grano. Secondo alcune testimonianze storiche, migliaia di anni fa gli uomini cuocevano su pietra rovente strisce di impasto di grano, farina e acqua. Dal “legano” citato negli antichi scritti di Aristofane e Cicerone e nel celebre ricettario “De Re Coquinaria” di Apicio, nasce così la “lagana”, l’antenata della lasagna: un pasticcio di carne cotta al forno e sfoglie di pasta servita come “secondo” da Romani, Greci ed Etruschi. Nel XII secolo si diffonde l’essiccazione della pasta, una tecnica usata dagli arabi per conservarla durante le peregrinazioni nel deserto: già negli scritti del geografo arabo Edrisi troviamo citato “un cibo di farina in forma di fili”. Dalla Sicilia alla Puglia, i popoli delle coste dominate dagli arabi iniziano ad essiccare la pasta e ad esportarla in Calabria e Liguria. L’evoluzione della tecnica e il contributo delle culture locali porta alla nascita arabo-italiana dei maccheroni che derivano dalla parola siciliana “maccaruni” che significa “trasformare la pasta con la forza”. Nel frattempo i cinesi creano gli spaghetti di farina e miglio che, secondo alcune testimonianze storiche, risalgono a oltre 4000 anni fa.