La cooperativa Maricoltura e ricerca e le sue orate e spigole allevate senza antibiotici nello splendido mare dell’isola di Capraia.
All’interno della meravigliosa area protetta del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, tra i più prestigiosi al mondo, nel cuore del Santuario Internazionale dei Cetacei, le acque del mare sono pure e incontaminate. È in questo scenario unico, di abbagliante bellezza, che sorge l’impianto di maricoltura della cooperativa Maricoltura e ricerca di Capraia (LI). In mare aperto, a 36 miglia dalla costa di Livorno e a 16 miglia dalle coste della Corsica, crescono le orate e le spigole rigorosamente senza antibiotici allevate dalla stessa cooperativa.
Eccellenza italiana
In quest’isola di origine vulcanica (la terza dell’arcipelago toscano per grandezza, dopo l’Elba e il Giglio), contraddistinta da scogliere e calette dal mare cristallino, vive una piccola comunità di qualche centinaio di abitanti che poi si anima di turisti nel periodo estivo. Nel 1998 è stato avviato qui un progetto sperimentale dell’Arpat mirato a dare un’alternativa ai pescatori dell’isola. Nel 2005 dalla cooperativa Maricoltura e ricerca sono usciti quasi tutti i pescatori, ad eccezione di Vincenzo Romano, e sono entrati nuovi soci. Oggi, a distanza di vent’anni, gli addetti sono diventati una quindicina e la cooperativa rappresenta a tutti gli effetti un’eccellenza a livello non solo italiano, ma anche europeo. «La nostra impresa è un riferimento nel settore dell’acquacoltura europea sotto il profilo dell’ecosostenibilità e della qualità del pesce – afferma il presidente della cooperativa Fabio Giorgi –. A quanto ci risulta il nostro è l’unico impianto in Italia in cui il pesce è certificato antibiotic free dalla nascita, quindi nell’intera filiera».
Nel loro habitat
Nel Mar Tirreno, in grandi contenitori circolari, con reti di 25 metri di diametro e profonde 21 metri, i pesci conducono la loro esistenza nel segno del benessere: crescono in un ambiente sano, in un habitat pulito, lontano da insediamenti urbani o industriali. Si tratta di un piccolo impianto in cui l’allevamento è, per scelta aziendale, volutamente estensivo: «Abbiamo una bassissima densità di pesci allevati nelle gabbie e questo si traduce in un pesce che sta bene, che vive in un ambiente incontaminato e con correnti marine – spiega Stefano Dini, uno dei soci fondatori della cooperativa –. Gli avannotti, ovvero i piccoli pesciolini, attraversano un lento e lungo accrescimento che arriva quasi fino ai 3 anni, vicino a quello che avviene in natura. Anche in questo caso a tutto vantaggio del benessere animale».
D’orata in avanti
Di altissima qualità e... sane come pesci.
Le orate e le spigole allevate a Capraia dalla cooperativa Maricoltura e ricerca sono rigorosamente antibiotic free e si possono trovare nei negozi di Unicoop Tirreno della Toscana e del Lazio (che dispongono del banco pescheria e quando le condizioni ambientali ne permettono l’assortimento). «I nostri pesci non subiscono né hanno mai subito trattamenti antibiotici, anche perché non ne hanno bisogno – dicono dalla cooperativa – proprio per le condizioni in cui vivono: si tratta di pesci allevati rispettando il benessere animale». La corrente del mare (fissa a 2 nodi) fa sì che i pesci allevati nell’impianto nuotino costantemente e sviluppino dunque una minore massa grassa e una maggiore massa magra. Le orate e le spigole seguono un’alimentazione bilanciata ed equilibrata: si nutrono di mangimi a base di farine di pesce, vegetali e oli vegetali, senza l’uso di additivi o farine non di mare. Proprio per i tratti distintivi dell’ambiente marino in cui è allevato, il pesce risulta di altissima qualità e molto somigliante, come caratteristiche, a quello selvaggio pescato in natura.



