Nel “compleanno” della campagna Close The Gap per la parità di genere, Coop rilancia la petizione per abbattere la tampon tax con il sostegno di economisti e studiosi. E dà il bilancio dei traguardi raggiunti, dai corsi di formazione alla certificazione di parità di genere. Ora, 800 fornitori sono invitati a partecipare ai nuovi percorsi di formazione per l’inclusione.
L'obiettivo è ambizioso: arrivare a un milione di firme per abbassare quella “tassa” sulle donne che chiamiamo Tampon Tax, e abbattere nuovamente l'IVA sugli assorbenti femminili, che il governo aveva portato al 5% nel 2023, per poi rigonfiarla al 10% nel 2024.
Coop rilancia così la sottoscrizione alla petizione “Il ciclo è ancora un lusso!” nata su Change.org nel 2019 dal collettivo Onde Rosa e sostenuta dalla cooperativa. Lo fa con un'iniziativa speciale: un appello che sarà ufficializzato l'8 marzo e a cui hanno aderito decine di nomi della cultura, dell’associazionismo, dello sport. Dalla statistica Linda Laura Sabbadini ad Alessandra Mosca, docente dell’Università Bocconi, da Lella Golfo, presidente Fondazione Marisa Bellisario alla sociolinguista Vera Gheno, da Andrea Notarnicola all'economista Azzurra Rinaldi, dal network Global inclusion all'Arcigay.
Molti di loro erano a Milano, il giorno in cui Coop ha annunciato pubblicamente che continuerà a battersi contro la “tassa”, e il loro appello sarà diffuso il giorno della Festa internazionale delle donne, quando nei negozi dell’insegna soci e lavoratori saranno “sul campo” in diverse regioni, con i loro presidi, per spiegare il significato di questa importante petizione e invitare tutti a firmarla.
I VERI NUMERI DI UNA TASSA INIQUA
I dati, d’altra parte, mostrano che il passo che si chiede al governo è assolutamente praticabile. E non è casuale che Coop terrà ribassato fino al 31 maggio gli assorbenti a proprio marchio, come se l'Iva fosse ancora al 5%. Secondo l'Ufficio studi di Ancc-Coop, tornare al 5% di Iva sugli assorbenti comporterebbe per le casse pubbliche una spesa in termini di mancato gettito di 19,7 milioni di euro. Poca roba, se confrontata alle voci di un bilancio statale. «Questo passo indietro è stato un unicum nel panorama internazionale. In Germania l’Iva sugli assorbenti è al 7%, in Francia al 5,5%, negli Stati Uniti 8,3% mentre in 27 Paesi, tra cui Regno Unito, Irlanda, Canada, Australia questi prodotti sono esenti da Iva, e nessuno è mai tornato sui suoi passi» ha spiegato Fiamma Goretti, responsabile comunicazione di Change.org, che ha anticipato anche come, in poche settimane, alla petizione si siano aggiunte più di 20.000 firme. Tantissime se si pensa che in Germania, come ha testimoniato Nanna-Josephine Roloff, attivista tedesca che nel suo Paese ha lanciato a sua volta una petizione, sono state sufficienti circa 191.000 sottoscrizioni per ottenere dal governo l’abbassamento dell’Iva dal 19% al 7%.
«Quando il dibattito pubblico è partito, grazie ai media, si è capito quanto iniqua fosse questa tassa e quale fosse il suo costo sociale. Si è riflettuto sul fatto che se, paradossalmente, le donne non avessero più potuto comprare assorbenti per il Paese sarebbe stato un disastro. Se tutte le donne dovessero restare a casa per tre-cinque giorni al mese, il Paese si fermerebbe e i danni economici non si conterebbero».
UN COMPLEANNO PER RICORDARE LA LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI
L’iniziativa di Coop è stata presentata in una giornata speciale. La battaglia contro la tampon tax è infatti parte di Close The Gap, la grande campagna nata nel 2020 per promuovere l'inclusione e la parità di genere, e che in questi giorni taglia appunto il traguardo dei quattro anni di vita, dimostrando che la parola inclusione può essere declinata in mille modi possibili. Sono i numeri a testimoniare il lavoro fatto in questi anni, anche all’interno di Coop: il 34,8% dei ruoli direttivi ricoperto da donne, il 40,9% dei consiglieri di sesso femminile nei Consigli di amministrazione delle cooperative, il 54,5% dei soci eletti negli organismi rappresentativi. E ancora il numero o, meglio, la sigla della Certificazione sulla Parità di Genere: UNI PdR 125, uno strumento volontario che prevede la misura e il monitoraggio di una serie di indicatori, che vanno dalle strategie alla governance, dalle risorse umane alle opportunità di crescita e inclusione, dall'equità remunerativa alla tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Coop è la prima insegna nella Grande Distribuzione Organizzata a dotarsi di questa certificazione, che impone un impegno costante e continuo per la parità.
I corsi per i fornitori
L’impegno per abbattere le differenze si è esteso oltre i confini della cooperativa, arrivando ai fornitori, in particolare nelle aziende delle filiere più delicate, in Campania, Puglia, Calabria. Qui sono stati avviati dal 2021 corsi di formazione sulle pari opportunità dedicati alle lavoratrici, che hanno raggiunto un totale di 280 dipendenti. Donne che spesso vivono in contesti difficili, e a cui avere accesso a certe informazioni ha consentito di acquisire consapevolezza, non solo sul lavoro, ma anche nella vita familiare. «Hanno partecipato in tantissime - ha raccontato Fabio Grimaldi, la cui azienda di conserve campana, la Grimaldi, ha partecipato alla sperimentazione - E grazie a questi corsi molte hanno avuto la possibilità di accedere a una rete di associazioni sul territorio, che concretamente le hanno aiutate a risolvere certe criticità».
Dalla sperimentazione alla sfida: un invito per 800
Oggi, nel quarto compleanno di Close The Gap, la sperimentazione si è trasformata in un percorso stabile, e circa 800 lettere sono partite nei giorni scorsi indirizzate ad altrettanti manager di aziende fornitrici per invitarli a seguire un programma destinato al management e ai dipendenti, elaborato in collaborazione con la ONG Oxfam, che si batte contro le disuguaglianze, e il contributo di Scuola Coop. L’obiettivo è ancora una volta creare una cultura della parità di genere e sensibilizzare le aziende su temi come la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, la parità salariale e il gender gap. «Il percorso coinvolge manager, imprenditrici, imprenditori lavoratrici e lavoratori in tutta Italia, e non si limita alla formazione, ma si fonda anche su altre componenti, come l’ascolto dei bisogni e l’attivazione di strumenti e reti di supporto con il territorio. È un’iniziativa che nasce per promuovere un ambiente di lavoro sempre più sicuro e rispettoso per le lavoratrici nelle filiere Coop» spiega Chiara Pardini di Oxfam Italia. Close the gap non si ferma qui, ma continua.
Per promuovere la parità di genere femminile, combattere le disparità e ridurre le differenze.